Confermata la sentenza di condanna per Riccardo e Valerio Menenti. I giudici della quinta sezione penale della Corte di Cassazione, presieduta da Maria Vessichelli, hanno emesso il giudizio definitivo sul caso dell’omicidio del ventiquattrenne perugino Alessandro Polizzi avvenuto la notte tra il 25 e il 26 marzo del 2013 nella casa in cui viveva a Perugia con la sua fidanzata Julia Tosti.
Confermato l’ergastolo per Riccardo Menenti, autore materiale del delitto, condannato anche a scontare per un anno e sei mesi l’isolamento diurno in galera.
E dovrà tornare in carcere anche il figlio Valerio Menenti, condannato a scontare 16 anni e mezzo di prigione.
Il sostituto pg Delia Cardia aveva chiesto ai giudici della V Sezione penale della Suprema Corte di pronunciarsi sull’inammissibilità dei ricorsi presentati dai legali di Riccardo e Valerio Menenti, condannati all’Appello bis, celebrato a Firenze. E così è stato, i giudici hanno rigettato tali ricorsi.
Da ricordare che Riccardo Menenti in primo grado fu condannato all’ergastolo, mentre al figlio Valerio, accusato di concorso in omicidio venne inflitta una pena di 27 anni che poi fu ridotta a 18 anni, assolvendolo dall’accusa di tentato omicidio per Julia. Il ragazzo era stato scarcerato nel maggio del 2019 in esecuzione di un’ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame di Firenze. Un cavillo tecnico che gli aveva permesso la scarcerazione e dunque la possibilità di non rientrerà in cella fino alla sentenza definitiva di colpevolezza ora finalmente passata in giudicato.
Poi la sentenza era stata impugnata dai legali degli imputati.
Tanto che il 10 gennaio scorso anche Riccardo Menenti era tornato in libertà per scadenza dei termini massimi di custodia cautelare, con l’obbligo di dimora a Todi e di firma alla polizia giudiziaria.
Dopo questa definitiva condanna i Menenti dovranno tornare in cella. A quanto riferito dai loro legali, Riccardo e Valerio Menenti si costituiranno spontaneamente alla Polizia Giudiziaria di Todi.
All’udienza erano presenti i familiari della vittima: il padre Giovanni, il fratello Francesco, la madre Daniela Ricci, oltre alla fidanzata Julia Tosti, sfuggita per miracolo all’agguato mortale, affiancati dagli avvocati Giovanni Rondini e Nadia Trappolini.
La giovane – parte civile tramite gli avvocati Luca Maori e Donatella Donati – è scoppiata in lacrime.
Rricostruita in aula ancora una volta la dinamica dell’omicidio.
L’accusa ha più volte parlato di un’esecuzione. Uno sparo partito ad una distanza compresa tra i 40 e i 50 centimetri, come stabilito dal dottor Tagliabracci, esperto di genetica forense e di medicina legale chiamato a testimoniare dalla parte civile nel processo per la morte del giovane di Ponte San Giovanni.
Confermata dunque la tesi della dottoressa Duchini.
Secondo quanto spiegato dal perito, nella logica delle possibili dinamiche dell’omicidio, il colpo non partì quindi durante una colluttazione.
Si trattò piuttosto di un colpo mirato, puntato e esploso per uccidere con sicurezza.
Ora, una volta definita la parte penale la battaglia legale prosegue sul civile. Da ricordare che ai Menenti sono stati pignorati i beni, che ora dovranno andare all’asta.