Nel pomeriggio del 22 aprile, la Polizia di Stato ha dato esecuzione alla misura cautelare del divieto di avvicinamento disposta dal G.I.P. presso il Tribunale di Perugia a carico di una 59enne – originaria della Repubblica Ceca ma stabilitasi da anni a Perugia – alla quale viene contestato il reato di atti persecutori.
Dagli accertamenti svolti dalla Squadra Mobile della Questura di Perugia sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, è emerso che la donna era stata assunta nel marzo scorso come badante da una coppia di cittadini statunitensi affinché si prendesse cura del figlio, un 38enne affetto da una grave patologia di natura psichica.
La 59enne, tuttavia, si è da subito resa protagonista di ingiurie, minacce, sopraffazioni ed episodi di violenza fisica nei confronti del suo assistito, non esitando addirittura ad approfittare della sua vulnerabilità e a sedurlo al fine di carpirgli somme di denaro o di ottenere la disponibilità della sua autovettura.
Quando dunque, dopo poche settimane, la coppia statunitense si è resa conto di aver affidato il figlio alla persona sbagliata, ha manifestato alla cittadina ceca la volontà di non proseguire il rapporto lavorativo, chiedendole di lasciare immediatamente l’abitazione.
Per tutta risposta, la donna ha iniziato a minacciare di morte e ad offendere anche i genitori del suo assistito, arrivando ad alzare le mani nei loro confronti e terrorizzandoli sino al punto che, negli ultimi 15 giorni, la coppia aveva preferito lasciare il proprio domicilio trasferendosi in albergo.
Nel frattempo, i coniugi statunitensi avevano però presentato ben due denunce contro di lei, attivando così il procedimento penale che ha portato, nella giornata di ieri, all’esecuzione della misura cautelare del divieto di avvicinamento.
La cittadina ceca, quindi, è stata allontanata dall’abitazione dalla Polizia, che le ha inoltre notificato il divieto di avvicinarsi a meno di 200 metri da ogni luogo frequentato dal suo ormai ex assistito e dai suoi genitori.