Alcuni Comuni, tra cui quello di Perugia, hanno posto il tema dell’uscita da Umbria Mobilità. Su tutto tira un’aria di liquidazione. La strada della liquidazione sarà esperita dall’advisor Ferruccio Bufaloni e dal revisore legale Filippo Mangiapane. La notizia è filtrata dai soci di Umbria mobilità riuniti informalmente lo scorso lunedì. Liquidazione che scatterebbe alla luce della cessione dell’ex Fcu, binari e treni, a Rete ferroviaria italiana. Se sotto forma della concessione o della gestione è questione ancora da dipanare in base all’origine patrimoniale della struttura.
C’è poi un’ipotesi di truffa ai danni dello Stato, la procura di Perugia, infatti, ha bloccato con un sequestro preventivo sei milioni di euro di fondi alla Regione.
In più ci sono anche dei soldi da restituire: 12,5 milioni di euro alla stessa Regione per l’anticipazione di cassa. Con la moratoria, però, c’è tempo fino a fine 2017 perchè i prestiti dei soci sarebbero posticipati rispetto a quelli delle banche.
All’attacco anche la Provincia di Perugia che lo scorso luglio ha chiesto il rimborso del prestito di 3,6 milioni da pagare in dodici rate ma di cui Umbria Mobilità ha onorato soltanto due scadenze. Così l’ente pretende il rientro di 86 mila euro di interessi. Sarà il tribunale civile a sciogliere il nodo il 2 febbraio 2017.
La liquidazione si configura come una via obbligata senza il rientro dei 40 milioni di euro da Roma tpl. Ma è stato raggiunto in questo senso l’accordo col consorzio Cotri, socio di Roma Tpl, che deve 28 milioni a Umbria Mobilità, la quale non ha mai ricevuto per intero le somme spettanti.