Non c’è l’accordo economico con due strutture perugine per le endoscopie. Nessuno si presenta per le visite allergologiche, oculistica a metà

Non fa il pieno l’avviso di manifestazione d’interesse della Asl 1 per chiedere il supporto delle strutture private accreditate, convenzionati e convenzionabili, per abbattere le liste d’attesa. L’Azienda sanitaria guidata da Nicola Nardella deve, per ora, alzare bandiera bianca su una parte delle prestazioni per cui aveva chiesto l’intervento dei privati fino alla fine dell’anno. Chiuso l’avviso, i conti non tornano.
Perché a fronte di quasi 18 mila prestazioni richieste, ce sono un bel pacchetto che restano al palo.

Lo spiega la delibera 1.002 pubblicata martedì in cui si fa il bilancio di come è andata la manifestazione d’interesse.

Sono tre i casi con cui ha dovuto fare i conti la Asl. Da una parte la mancata intesa con i privati che erano disposti a coprire l’intera necessità di prestazioni specialistiche, d’altra una copertura parziale rispetto alle richieste e poi c’è anche il terzo caso che come le strutture private accreditate non hanno presentato offerte per un particolare prestazione.

Nello specifico ci sono state due strutture private con sede a Perugia che rispetto agli esami endoscopici, «hanno presentato offerte che coprono completamente la domanda aziendale, non si è raggiunta un’intesa con i soggetti interessati sulle condizioni di erogabilità e pertanto saranno oggetto di ulteriori determinazioni».

Intesa non raggiunta significa che non c’era la convenienza economica da parte dei privati a mettere mano all’operazione anti-lista d’attesa. In testa per gastroscopie e colonscopie dove tra il rimborso del servizio sanitario nazionale e la prestazione del privato c’è una differenza di più del doppio in termini di costi. Costi che non sono coperti e in crescita per le garanzie tecniche richieste.

Le prestazioni che rischiano di rimanere indietro sono circa tremila.

Alle strutture private era stato chiesto un aiuto che consentisse di coprire novecento prestazioni arretrare. In questo caso non c’è stato risposta. A metà strada si ferma invece la partita per le visite oculistiche. Con le strutture pubbliche impegnate, in massima parte sul fronte degli interventi di cataratta, circa 3.500 prestazioni nel territorio coperto dalla Asl di via Guerra sono rimaste indietro. La copertura non è totale. Non c’è una dato esplicitati nelle delibera che prende atto della copertura parziale. Ma ipotizzando una mano di conto a fronte di quasi 18 mila prestazioni, si può ipotizzare (ma il dato non è completo) che qualche cosa sotto le cinquemila prestazioni restano, al momento, ad ingolfare le liste d’attesa perché i privati non le potranno coprire fino alle fine dell’anno.

Toccherà alla direzione della Asl 1 trovare un piano B come dovrebbe avvenire, per esempio, per le viste oculistiche. Per l’intervento dei privati per abbattere le liste d’attesa, la Asl 1 ha un budget di 1,5 milioni di euro.

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