Vivranno per sempre le figure di Anna Frank e Edith Stein
di Bruno Di Pilla
Anna Frank, Edith Stein ed i 6 milioni di Ebrei martirizzati nei campi di sterminio nazisti vivranno sempre nei nostri cuori, malgrado gli insulti ed il peggiore dei virus, l’indifferenza. Non s’illudano, i razzisti che anche ieri ne hanno infangato il ricordo, sputando addosso ad un ragazzino israelita di appena 12 anni.
Contro il dilagante antisemitismo non bastano provvedimenti legislativi con sanzioni commisurate alla gravità dell’offesa. In tutte le scuole servono appassionate lezioni quotidiane capaci di stroncare sul nascere la barbarie di quanti, con furia cieca, oltraggiano sinagoghe, cimiteri, circoli culturali, la sacralità della memoria della Shoah, perfino abitazioni civili degli Israeliti, nostri fratelli maggiori nel culto dei Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe, che proprio loro hanno fatto conoscere all’umanità spazzando via ridicoli politeismi e pericolose idolatrie pagane. Tuttavia non sono sufficienti strategie normative di severo contrasto all’odio razziale, né l’annuale rimembranza dell’Olocausto.
E’ necessario che l’amato popolo di Mosè ed Aronne tenda all’apertura di sinagoghe in tutte le maggiori città italiane come risposta costruttiva ai vandalismi di chi neanche conosce i tesori della fede giudaica, dalle cui preziose radici, tra l’altro, fiorirono cristianesimo ed islamismo, le altre due grandi religioni monoteistiche.
In molti casi è forse la penuria di templi ebraici, luoghi di preghiera e rapporti interconfessionali, ad alimentare diffidenza e povertà spirituale nelle menti delle giovani generazioni, oggi più che mai bisognose di stimoli cognitivi in ambiti di così rilevante importanza affinché germogli l’albero del dialogo ecumenico e della pace o, se non altro, il buon seme del rispetto per le altrui opinioni.