L’allarme lanciato da la Confimi industria Umbria, che rappresenta le piccole e medie imprese di settore
La ripresa in Umbria c’è, proprio come attesta da ultima anche Bankitalia. Ma l’aumento esponenziale e incontrollato di energia e gas rischia di rappresentare un freno non indifferente. Ne è convinta la Confimi industria Umbria, Confederazione delle industrie manifatturiere italiane che rappresenta le piccole e medie imprese di settore.
“I dati in nostro possesso”, spiega sulle colonne de Il Corriere dell’Umbria il presidente di Confimi industria Umbria, Nicola Angelini, “provenienti dalle imprese a noi associate confermano le stime di Bankitalia relativamente ad un’economia in forte ripresa ma gli aumenti vertiginosi dell’energia e del gas stanno sfuggendo al controllo di tutti gli attori in campo, rischiando di bloccare la crescita economica preventivata di oltre il 6% del Pil e quindi ostacolare la transizione ecologica. È da anni che Confimi industria sottolinea come il costo italiano dell’energia, il più alto in Europa, gravi in maniera allarmante sulle attività manifatturiere. Soprattutto oggi che l’aumento del +400% per l’energia e del +600% per il gas, rischia di compromettere irrimediabilmente le attività produttive delle nostre pmi, costringendole alla chiusura”, ribadisce il presidente Angelini.
“Parliamo di costi fuori controllo che mettono in pericolo le attività produttive della nostra regione, utili azzerati per sostenere aumenti improvvisi che ovviamente non possono essere immediatamente distribuiti sulla filiera. Si rischia di vedere serrande abbassarsi. Inoltre, il tema è ulteriormente urgente alla luce del nuovo percorso legato alla transizione energetica. Con questi costi è impensabili diversificare o utilizzare energia elettrica”, sottolinea il vertice di Confimi regionale.
“Non dobbiamo dimenticarci che questi ulteriori aumenti si aggiungono ai costi smisurati delle materie prime, fattore che, gonfiando il fatturato, mette fuori gioco le agevolazioni pensate per le imprese energivore perché di fatto cambia il rapporto tra fatturato e consumo energetico”, insiste Angelini. Che conclude così: “Abbiamo le imprese piene di lavoro, di ordini, e all’improvviso questa funesta zavorra, proprio non ci voleva. Confimi Industria ha scritto a Draghi manifestando la nostra preoccupazione e l’urgenza di un confronto. Ci siamo resi disponibili a progettare soluzioni”.
Per la prima volta nel 2021 la crescita del Prodotto interno lordo in Umbria è stata stimata da Cna sopra il 6%, dato superiore – non accadeva da oltre un decennio – alla media nazionale. Un potenziale blocco dei cantieri per i costi aumentati di materie prime e fonti energetiche potrebbe intaccare la previsione.