Il processo si terrà al tribunale penale di Perugia il prossimo 19 gennaio
Luca Palamara è stato rinviato a giudizio dal gup di Perugia, al termine dell’udienza preliminare relativa a uno dei tronconi d’inchiesta che lo coinvolgono. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Palamara e Fava avrebbero rivelato ai giornalisti di due quotidiani “notizie d’ufficio che sarebbero dovute rimanere segrete”.
In particolare, secondo gli inquirenti, Fava – “con l’aiuto e l’istigazione di Palamara” – ha portato a conoscenza di avere predisposto una misura cautelare, nell’ambito di un procedimento a lui assegnato, “nei confronti di Amara” – l’ex avvocato esterno dell’Eni – per autoriciclaggio, e che “il procuratore della Repubblica non aveva apposto il visto”.
Palamara e Fava sono stati invece prosciolti per l’imputazione che, nel corso delle perquisizioni dello stesso procedimento, “Fava aveva recuperato documentazione” che coinvolgeva la società Napag, Eni e Amara.
Luca Palamara è stato invece prosciolto dall’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio in concorso con l’ex procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio (già assolto con il rito abbreviato). L’accusa sosteneva che Palamara avrebbe istigato Fuzio a rivelargli “l’arrivo al Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura di un esposto presentato da Fava” riguardante comportamenti “asseritamente scorretti” dell’ex procuratore di Roma Giuseppe Pignatone.
Il processo inizierà davanti al terzo collegio del tribunale penale di Perugia il prossimo 19 gennaio.
Il 15 novembre, invece, per Palamara e l’amica Adele Attisani si darà il via al dibattimento per il troncone principale dell’inchiesta perugina che vede l’ex presidente dell’Anm accusato di corruzione.
Dopo la decisione del gup di Perugia, Palamara ha dichiarato alla stampa “Sono certo che non solo questo, ma che tutte le accuse che mi riguardano cadranno e lasceranno il posto alla verità”.
Ed ha aggiunto “Prendo atto con soddisfazione che sono cadute le principali accuse. Sulla residua imputazione il dibattimento servirà a fare luce sulla mia totale estraneità ai fatti che mi vengono contestati, come già peraltro chiarito dai giornalisti, i quali hanno escluso di avere appreso da me la notizia dell’esposto di Fava”.