Il gruppo di anarco-insurrezionalisti aveva la base al ‘Circolaccio Anarchico’ di Spoleto

Istigazione a delinquere con finalità di terrorismo. Sono queste le contestazioni che la Procura di Perugia muove nei confronti di sei persone.

Dalle prime ore di ieri mattina i carabinieri del Ros, con il supporto dei comandi provinciali di Casgliari, Cosenza, Cremona, Genova, Lecce, Massa, Perugia, Roma, Taranto e Viterbo, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal Tribunale di Perugia, su richiesta della Procura, nei confronti di sei persone, accusate di istigazione a delinquere con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico.  Una misura cautelare in carcere, una ai domiciliari con braccialetto elettronico e altre 4 con obbligo di firma e di dimora.
Tra i destinatari delle misure c’è anche lo spoletino Michele Fabiani, già indagato e condannato in passato per inchieste simili. Secondo la Procura era “il braccio destro dell’ideologo Cospito”. 
Gli inquirenti hanno documentato l’operatività di un gruppo di anarco-insurrezionalisti avente base al ‘Circolaccio Anarchico’ di Spoleto. Questo punto di ritrovo – secondo gli investigatori – era il luogo di aggregazione dove veniva discussa e approfondita la dottrina “federativista anarchica” e successivamente diffusa.

Le risultanze dell’indagine sono state illustrate in una conferenza stampa dal Procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, insieme al pm Alberto Nobili, coordinatore dell’Antiterrorismo della Procura di Milano, dal generale del Ros, generale Pasquale Angelosanto, e  dal sostituto procuratore di Perugia, Manuela Comodi, titolare del fascicolo. 

Colpire, colpire, colpire forgiando col sangue sudore e immenso piacere il mito dell’anarchia vendicatrice, non rinunciare allo scontro violento con il sistema e alla lotta armata, costi quel che costi”  sosteneva quello che viene ritenuto il capo della cellula anarco-insurrezionalista Alfredo Cospito – raggiunto da misura cautelare in carcere – già in cella dove sta scontando la condanna per aver gambizzato l’ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, nel 2012.

 Secondo quanto spiegato dagli inquirenti, gli indagati avrebbero istigato alla violenza tramite la pubblicazione del giornale clandestino “Vetriolo”, un “a-periodico” come veniva definito da loro stessi che, in occasione della pubblicazione del primo numero hanno parlato di “giornale di denuncia e da denuncia”.
Il Procuratore Cantone ha spiegato che stando alle risultanze degli accertamenti c’è una corrispondenza temporale tra gli articoli di istigazioni in cui si incita alla violenza e alcuni episodi avvenuti. Citati, tra gli altri, di “gravi danneggiamenti” ai danni di alcuni automezzi di Poste Italiane a Foligno che la Procura attribuisce loro. 

 Nel corso della mattinata, durante le perquisizioni eseguire dal Ros con i carabinieri delle compagnie di diverse città italiane sono state sequestrate, tra l’altro, delle liste di indirizzi di alcune caserme e delle sedi di Leonardo. 

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