Intanto fra oggi e domani sono previste le autopsie sui tre corpi

Strage di Fratticiola Selvatica, gli investigatori ancora al lavoro sul movente dell’omicidio-suicidio, anche se sembra sempre più che il dramma sia da ricondurre allo stato di forte depressione in cui si trovava autore del delitto-suicidio Enrico Scoccia.

Per questo motivo una delle domande chiave dell’inchiesta è proprio legata alla detenzione delle armi in casa da parte di Scoccia. Su quel rinnovo, avvenuto dieci mesi fa, a novembre 2023, hanno messo la lente gli inquirenti, con gli uomini della squadra mobile diretta da Maria Assunta Ghizzoni e le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini, che stanno vagliando, attraverso le cartelle cliniche e i certificati, lo stato di salute di Scoccia. Perché visto che Enrico Scoccia soffriva da tempo di una forte depressione mentale, con tanto di terapia farmacologica in atto, gli inquirenti vogliono capire il motivo per il quale il soggetto era rimasto in possesso dei fucili, visto che se tale patologia fosse comparsa nel certificato per il porto d’armi questa cosa avrebbe potuto impedire che nell’armadio blindato in camera da letto restassero i quattro fucili e la carabina, con uno dei quali Scoccia ha sterminato la sua famiglia.

È per questo che gli investigatori stanno ricostruendo terapie, farmaci, posologie (in casa sono stati trovati gli psicofarmaci prescritti), anche sentendo il medico di base e il medico legale che hanno seguito nelle pratiche l’ex cacciatore.

Intanto fra oggi e domani sono previste le autopsie sui tre corpi: si cerca quindi la verità sulla dinamica e soprattutto sui tempi del duplice omicidio e del suicidio.
Con un ulteriore piccolo giallo che l’autopsia dovrà svelare: e cioè riuscire a capire quanto tempo sia passato tra la morte delle due donne e il suicidio di Scoccia. Domande a cui risponderà ora il medico legale Luca Tomassini.

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