Un’altra ricorrenza sciupata per colpa del Coronavirus. Un’altra Pasqua di Passione, con una Umbria che rischia di rimanere deserta e allo stesso tempo blindata con controlli rafforzati dappertutto, con il 95 per cento degli alberghi che rimangono chiusi e dove solo il suono delle campane in un cielo terso che sa di primavera, sta a ricordare il giorno di festa.
Quando ancora risuona dolente nell’aria l’eco delle parole dal cardinale Gualtiero Bassetti, pronunciate durante l’omelia dell’anno scorso nella cattedrale di San Lorenzo, vuota come non si era mai visto prima: “Stentiamo a credere che oggi sia Pasqua – disse il porporato durante l’omelia – mentre siamo costretti in casa, con gli ospedali pieni di malati e con l’ombra della morte che, purtroppo, vaga anche intono a noi. Eppure, in questo dramma che non sembra aver fine, osiamo pronunciare il grido profondo e gioioso della nostra fede: ‘Il Signore è risorto!’”.
Una passione che dunque continua anche in questo difficile 2021. In una che per prima ha dovuto affrontare la presenza massiccia delle varianti Covid, con le forti restrizioni che ne sono conseguite, con inevitabili effetti collaterali sull’anima e sul consueto modo di vivere una festività carica di simboli e di significati religiosi e umani. Per non contare l’aspetto economico, dai riscontri a dir poco disastrosi. A provare a trarre un parziale bilancio è Simone Fittuccia, presidente di Federalberghi Umbria, che afferma: “Lo stop di Pasqua costerà orientativamente 40 milioni alle imprese del turismo. La decisione di trasformare tutta l’Italia in zona rossa nei giorni 3, 4 e 5 aprile rappresenta un’altra mazzata per il settore”. “Le ripercussioni di queste decisioni saranno enormi per l’intero comparto – evidenzia Fittuccia – e rappresentano l’ennessimo colpo per noi che, soltanto un mese e mezzo fa, avevamo deciso di smettere di piangerci addosso e di puntare tutto sulla Pasqua. Queste feste dovevano rappresentare il momento della rinascita dopo un periodo di totale buio”.
Che poi è esattamente quanto sostiene Marina Lalli, presidente Federturismo, intervenuta per commentare le decisioni prese dal governo Draghi: “La decisione di trasformare l’intero Stivale in una grande zona rossa durante il periodo delle festività pasquali rischia di rivelarsi, così, il proverbiale chiodo sulla bara per chi da tempo chiede una boccata d’ossigeno: in fumo, complessivamente, andranno infatti 5 miliardi di euro. La stima, oggi, è di un tasso di mortalità del 40% per le imprese turistiche”. Una sofferenza sottolineata anche dai dati diffusi da Bankitalia: il saldo della bilancia dei pagamenti turistica ha registrato un avanzo di 138 milioni di euro a fronte di 428 nello stesso mese del 2019. Le spese dei viaggiatori stranieri sono invece calate dell’81,2%. Per questo è opportuno mettere in rilievo le parole di Bernabò Bocca, presidente Federalberghi, che ha chiesto al governo che vengano adottate rapidamente misure di peso per arginare i danni della crisi: liquidità a 15 anni garantita dalla Bei o dallo Stato per mettere in sicurezza le imprese che operano nel settore turistico: “Dopo la doccia fredda delle chiusure di Pasqua non sappiamo quando saremo in grado di riaprire. Speriamo a maggio, con un’accelerata sul fronte vaccinazioni”.
(Servizio completo sul numero in edicola di Umbria Settegiorni)