Un quarantaduenne, responsabile di una rivendita di auto usate di Umbertide, è stato arrestato dai Carabinieri della compagnia di Perugia
coadiuvati dalla sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia.
L’uomo è accusato di associazione a delinquere finalizzata alla truffe, di delitti contro la pubblica fede (false dichiarazioni in scritture private, falso in atto pubblico), di appropriazione indebita e calunnia
Secondo quanto emerso dalle indagini, l’arrestato, già dal mese di gennaio scorso, con la complicità dell’amministratore della sua società e di altri soggetti, aveva da tempo messo in atto una pratica truffaldina con un giro di affari che ammonta a 350 mila euro accertati.
L’uomo approfittando della fiducia derivante da precedenti regolari rapporti commerciali, riceveva da altri concessionari di auto nonché da privati cittadini autovetture di grossa cilindrata, trattenendole in “conto esposizione”, che venivano consegnate senza alcun documento di circolazione o di proprietà, come nelle normali prassi e consuetudini espositive. I proprietari, d’altro canto, ricevevano a garanzia un assegno bancario che, invece, nelle maggior parte delle occasioni sarebbe risultato privo di copertura finanziaria.
L’uomo quindi, ricevuta la disponibilità materiale dell’autovettura, insieme ad alcuni responsabili di agenzie di pratiche auto anch'essi complici, denunciavano falsamente lo smarrimento dei documenti del mezzo di fatto mai nella loro disponibilità, ottenendo fraudolentemente il duplicato dei documenti necessari a regolarizzare la vendita delle autovetture.
Così, ripuliti gli automezzi, grazie anche alla complicità di altre concessionarie, venivano rimesse in vendita e acquistate da ignari acquirenti. Per mesi, poi, il proprietario della concessionaria di auto usate ingannava i concessionari che gli avevano consegnato le auto in conto esposizione inventando scuse, fino a quando questi non decidevano di denunciare l’accaduto dopo aver accertato che, a loro insaputa, l’auto era stata venduta.
Il titolare della società incriminata si trova ora agli arresti domiciliari, mentre per il complice amministratore è stato applicato il divieto temporaneo di esercitare determinate attività professionali o imprenditoriali.