Alcune settimane fa la donna 45enne aveva denunciato ai Carabinieri di essere vittima di reiterate minacce ed atti persecutori, anche tramite social network, posti in essere dall’ex

I Carabinieri della Stazione di San Gemini, in collaborazione con personale della Stazione di Montecastrilli, hanno tratto in arresto un 56enne, gravato da precedenti, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Terni per reiterate violazioni della misura del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dall’ex compagna e del divieto di dimora nel Comune di San Gemini. Alcune settimane fa la donna 45enne aveva denunciato ai Carabinieri di essere vittima di reiterate minacce ed atti persecutori, anche tramite social network, posti in essere dall’ex. Le immediate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni, avevano consentito di raccogliere elementi indiziari significativi, sulla scorta dei quali l’Autorità Giudiziaria aveva emesso nei confronti dell’uomo il divieto di avvicinamento alla p.o. e di dimora nel citato Comune, eseguito dai Carabinieri lo scorso 24 agosto.

Nonostante il provvedimento, tuttavia, l’uomo non ha desistito dalla propria condotta, acuendo anzi i propri comportamenti minacciosi, arrivando finanche a danneggiare l’autovettura della 45enne e lasciando nei pressi della stessa alcune sue foto tagliate. Grazie all’integrazione di querela ed agli accertamenti svolti dai militari, che hanno consentito, anche mediante la visione dei filmati delle telecamere di videosorveglianza del Comune di San Gemini, l’acquisizione di ulteriori elementi indiziari a carico del 56enne, la successiva segnalazione alla locale Procura ha portato all’emissione del provvedimento di aggravamento della misura, sostituita dal GIP con quella più afflittiva della custodia cautelare agli arresti domiciliari ed applicazione del braccialetto elettronico, eseguita nei giorni scorsi dai Carabinieri delle citate Stazioni.

Il procedimento è pendente in fase di indagini preliminari e sino ad eventuale condanna irrevocabile l’indagato deve ritenersi innocente.

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