Il Consiglio Comunale di Terni ha approvato con 19 voti a favore e 11 contrari il rendiconto della gestione 2017, già votato con parere favorevole della 3° commissione lo scorso 27 giugno. “E’ il frutto di un susseguirsi di amministrazioni – afferma il sindaco Latini – che hanno fatto fronte al disavanzo di parte corrente con entrate incerte, sopravvalutate, al momento della redazione dei bilanci di previsione.
Lo squilibrio si è verificato al momento dell’operazione di riaccertamento straordinario, quando sono state cancellate tutte quelle entrate per le quali non esisteva il titolo alla riscossione.
Altro aspetto che emerge, un importo particolarmente elevato del fondo crediti di dubbia esigibilità. Il frutto di una politica incerta della riscossione dei tributi.”
Si è verificato un forte squilibro di 4 milioni dovuta alla perdita di esercizio di Asm, dovuta alla riconciliazione dei crediti tra il comune e la partecipata.
In commissione il sindaco aveva ulteriormente approfondito l’atto: “Il dato principale del rendiconto è un disavanzo di amministrazione di 61 milioni 996 mila euro. Il disavanzo consiste in uno squilibrio tra i flussi di entrata e quelli di uscita, dove le seconde superano le prime. Sono stati cancellati diversi disavanzi con varie operazioni, sopravvalutate poste attive, non riconosciuti debiti fuori bilancio. L’Ente, infatti, non ha riconosciuto debiti fuori bilancio nel corso del 2017 e nel piano di riequilibrio era previsto il futuro riconoscimento di debiti fuori bilancio per 7.544.803,54 euro. Sono state fatte – prosegue il sindaco – anticipazioni di cassa non restituite che ammontano a 12 milioni, oltre ad essere venute a crearsi una serie di vicende che esulano dai dati contabili. Il continuo ricorso alla anticipazione di cassa deriva da una entità di residui attivi superiore a quella dei residui passivi. Lo squilibrio è dovuto alla scarsa capacità negli equilibri precedenti di riscuotere le proprie entrate con particolare riferimento alle somme iscritte tra i residui. Ancora, il risultato di amministrazione è pari a 47 milioni e 702 mila”. I debiti ammontano ad un totale di 243.412.354,20 e sono rappresentati da debiti da finanziamento per € 174.788.224,99, debiti verso i fornitori pr € 23.453.877,99, debiti per trasferimenti e contributi per € 17.696,06, altri debiti per € 27.512.065,06. “Tutto questo – continua il sindaco – ha causato il disavanzo. La riconciliazione tra il debito e il credito con le partecipate come con le altre società e fornitori – conclude il primo cittadino – è in mano all’Organo straordinario di liquidazione che si sta occupando delle vicende per competenza”.
L’atto contabile è rimasto in sospeso sino alla sua approvazione in Giunta avvenuta lo scorso 7 giugno, avendo seguito l’iter normativo previsto dagli articoli 248 e 264 del Testo Unico che prevedono rispettivamente che, a seguito della dichiarazione di dissesto e sino alla emanazione del decreto di approvazione del Ministro dell’Interno dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato, sono sospesi i termini per la deliberazione del Bilancio e che con il suddetto decreto è fissato un termine non superiore a 120 giorni, per la deliberazione di eventuali altri bilanci di previsione o rendiconti non deliberati dall’ente nonché per la presentazione delle relative certificazioni”.