Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, manager tedeschi della ThyssenKrupp sono stati condannati a 9 anni e 8 mesi e 6 anni e 10 mesi per il rogo dell’Ast di Torino in cui morirono 7 operai e che, a differenza dei colleghi italiani, non hanno scontato un solo giorno di carcere.
Come per i terroristi condannati in Italia ma liberi in Francia, lo stesso accade con la Germania, per cui in Europa nessuno ascolta l’Italia, bisogna farsene una ragione.
In Germania il loro caso verrà archiviato perchè il giudice dice che la sentenza italiana non è legalmente eseguibile in Germania.
Il caso è stato ripreso dalle Iene hanno raccolto il parere di Armin Laschet, primo ministro Lander Renania, secondo cui “non si può interferire con i provvedimenti giudiziari”.
Di recente era stato il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in un incontro con i familiari delle vittime, a rilanciare la questione. Bonafede, nel servizio, fa un resoconto dei contatti con la sua omologa tedesca, la ministra Barley ma senza esiti.
Nel 2016 la Corte di Cassazione ha confermato le condanne nei confronti di manager e dirigenti: Cosimo Cafueri (responsabile della sicurezza, 6 anni e 8 mesi); Marco Pucci (consigliere del Cda, 6 anni e 10 mesi); Raffaele Salerno (direttore del sito di Torino, 7 anni e 2 mesi), Daniele Moroni (dirigente area tecnica e servizi, 7 anni e 6 mesi). Il giorno dopo la sentenza, i quattro dirigenti italiani si sono consegnati spontaneamente per scontare la propria pena. Pucci e Moroni, ternani, sono detenuti nel carcere di Sabbione con possibilità, da oltre un anno, di lavoro all’esterno. Pucci, già amministratore delegato di Ast, ha presentato domanda di grazia al Capo dello Stato mentre i tedeschi non hanno fatto un giorno di carcere.