In Umbria le piccole imprese crescono. Sono 76mila aziende, con quasi 120mila addetti, un fatturato  di 11,6 miliardi di euro e 3,2 miliardi di euro di valore aggiunto.
Sono i numeri evidenziati dall’ indagine “Il valore delle piccola impresa in Umbria” che Cna, Confartigianato e Confcommercio regionali hanno commissionato al centro studi Sintesi e presentato nel pomeriggio di venerdì 30 novembre nella cornice del salone d’Onore di palazzo Donini, alla presenza della governatrice della Regione, Catiuscia Marini.

“L’indagine ha riguardato tre segmenti di impresa – ha spiegato Alberto Cestari, ricercatore del centro studi Sintesi -: quella micro, con meno di 10 addetti, quella piccola con meno di 50 addetti, e quella medio-grande, a partire dai 50 addetti, mettendole a confronto anche con quanto avviene in Toscana e nelle Marche. Per ognuno di questi segmenti di imprese è stato calcolato il ‘peso’ in termini di produzione di fatturato, occupazione e valore aggiunto e approfondita la rilevanza dei diversi settori (artigianato, servizi, commercio, turismo, ndr) e i principali ostacoli incontrati nel fare impresa, a partire dall’accesso al credito”.
“Ebbene – aggiunge Cestari – l’Umbria si conferma terra di piccole imprese, che rappresentano oltre il 95% di tutte quelle attive nella regione e contribuiscono a garantire occupazione a 119.421 persone, pari al 52% degli addetti del settore privato, mentre in termini di fatturato esprimono il 36,2% del totale regionale. Nel complesso, le imprese più piccole producono 3,2 miliardi di euro di valore aggiunto”.

Dati che secondo il presidente di Cna, Renato Cesca, sono significativi perchè “al di là dei volumi di fatturato, le piccole imprese della regione garantiscono occupazione a migliaia di persone. Anzi, a molte di più di quelle impiegate dalle imprese di maggiori dimensioni”. 
Il futuro delle piccole imprese, per Giorgio Mencaroni, presidente di Confcommercio, “e quindi anche di gran parte dell’ economia regionale, si giocherà su credito, formazione e aggiornamento continuo delle competenze, innovazione tecnologica e digitale e internazionalizzazione”.

 Su questi temi, la Marini ha ricordato gli impegni assunti con il Defr, il Documento di economia e finanza 2019-2021, “sia sul fronte del credito per creare un ‘ piccolo ombrello’ per le imprese sia con il mantenere invariata la leva fiscale che l’ Umbria – ha sottolineato – usa oltretutto nella misura minima garantendo allo stesso tempo i conti in equilibrio e tutela anche cosi’ il sistema produttivo”.
 “Nel Defr – ha rilevato inoltre – sono previsti investimenti pubblici per 53 milioni di euro e ci sara’ una concentrazione di risorse, 280 milioni di euro, legata alla ricostruzione post sisma. Una mole di risorse senza precedenti e che pone una grande sfida al sistema delle imprese locali, oltre a rappresentare una grande opportunita’ per la ripresa di un settore quale quello delle costruzioni che e’ il piu’ destrutturato a causa della crisi”.

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