nbsp;Il dato certo egrave; che il popolo e le Comunitagrave; hanno una gran voglia di cambiamento, che ha sconfitto la nomenclatura consolidata – ma obsoleta – del Partito Democratico.
Bisogna perograve; avere grande rispetto per la scelta del centrosinistra di mettere in gioco le energie dal basso e sottoporsi al preventivo giudizio popolare.
Il Centrodestra non puograve; piugrave; sottrarsi. Se le primarie fossero abolite per lrsquo;ennesimo ritorno di una stagione di cooptazione di una classe dirigente che intende solamente mettersi sotto lrsquo;ombra protettrice di un capo, allora sarebbe la fine della stagione del Popolo della Libertagrave;.
Il centrodestra ha invece ancora molto da dire e da fare se avragrave; la voglia di non conservare le residue rendite di posizione e di scegliere il territorio e la partecipazione popolare come sua nuova stella polare.
Berlusconi, se tornasse, avrebbe il dovere – sottolineo, il dovere – di sottoporsi alle primarie, percheacute; egrave; tuttrsquo;altro che scontato che la sua proposta sia maggioritaria rispetto ad una domanda profonda di ldquo;valorirdquo; e di ldquo;idealirdquo;, che a loro volta sottendono alla proposta di una destra europea a vocazione popolare.
Se lrsquo;appuntamento del 16 dicembre fosse annullato, allora molte strade si dividerebbero. Egrave; evidente che dopo lrsquo;esperienza del centrosinistra la candidatura di Giorgia Meloni mette paura alle gerarchie ldquo;consolidaterdquo; sulla cooptazione. Ma se queste gerarchie vogliono sopravvivere devono mettersi in gioco e rischiare. Come, appoggiando la Meloni, ha giagrave; fatto qualcuno.