Radicali Perugia ha lanciato una petizione sulla piattaforma Change.org rivolta alla Presidente Tesei e all’assessore alla sanità Coletto per adeguare la Regione Umbria alle nuove linee guida nazionali in materia di aborto farmacologico, annullando la propria decisione dello scorso giugno che di fatto obbliga le pazienti al ricovero, in un momento, tra l’altro, nel quale bisogna cercare di limitare il più possibile gli accessi ospedalieri.
In pochi giorni sono state già raccolte quasi duemila firme, segno evidente di come questo problema sia molto sentito dai nostri concittadini che verranno consegnate oggi, martedì 9 10 novembre, a Palazzo Donini, sede della giunta regionale dell’Umbria.
In Umbria, così come in altre regioni d’Italia e in molti altri paesi, prima della delibera di giugno, era possibile praticare l’aborto farmacologico in regime di day hospital o presso il proprio domicilio, sempre sotto assistenza medica. Il ricovero ospedaliero, secondo Radicali Perugia, deve rimanere solo una opportunità residuale qualora dovessero sorgere complicazioni o se reputato necessario dalla donna insieme al suo medico.
“Diventa urgente quindi emanare una nuova delibera che recepisca le linee guida nazionali emanate sull’onda delle polemiche scaturite dal caso umbro e che fa definitivamente chiarezza sulla necessità di seguire percorsi alternativi al ricovero obbligatorio. La nuova delibera può anche essere occasione per adeguare i servizi di interruzione di gravidanza farmacologica anche negli altri ospedali regionali oltre a quelli di Pantalla, Narni e Orvieto dove sono attualmente presenti” chiedono i Radicali Perugia, oltre ad una piena applicazione alla legge 194 “per garantire la presenza di medici non obiettori in tutti gli ospedali, per aumentare gli organici dei consultori e per garantire la contraccezione gratuita”.