Due intensi pomeriggi musicali hanno caratterizzato la chiusura del secondo corso trimestrale di palazzo Gallenga.
Ha cominciato il soprano statunitense Clare Therese Demer. Nativa di Tucson Arizona, studentessa del corso B2, poco più che ventenne, la giovane cantante a stelle e strisce ha coinvolto il pubblico del ciclo “La parola musicale. La lingua italiana e la musica” con una toccante prestazione che ha evidenziato le sua doti interpretative, a cominciare dalla brillante aria di Annchen dal Freischutz di Carl Maria von Weber.
Nel corso del suo recital, a cui ha presenziato il neoassessore alla Cultura Leonardo Varasano, per la prima volta in questa veste al Gallenga, Clare è passata poi all’italiano, interpretando arie tipiche della sua vocalità, dai Capuleti e Montecchi di Bellini, alle liriche di Tosti (Aprile, Non t’amo più), al Mozart di Susanna, al “Babbino Caro” di Puccini.
Di seguito, poi, il trittico pucciniano dalla Bohème, con le due arie di Mimì e il Valzer di Musetta. E’ certo che il tesoro di acquisizioni linguistiche accumulato da Clare nel corso del suo studio, le sarà di grande utilità nell’affrontare una carriera internazionale di rilievo.
Ieri pomeriggio è stata poi la volta del coro Voci dal Mondo amabilmente diretto dal suo tradizionale maestro, Alberto Bustos.
Creatura composita, che annovera studenti di tutte le parti del mondo, inm rappresentanza di tutte le etnie presenti al Gallenga, il coro si rinnova praticamente ogni tre mesi, costringendo il suo istruttore a incredibili sforzi per amalgamare un insieme sempre duttile, ma sempre in metamorfosi.
Cosa che non impedisce a Bustos di lavorare al meglio, con risultati tangibili.
Anche stavolta si è trattato di scorrazzare tre le partiture più incredibili, a partire dal mottetto di Palestrina “Sicut cervus”, vero paradigma di eleganza e di maestria.
Poi è cominciata la parte più coinvolgente col canto bulgaro dalle piccanti ritmicità, al Berimbao brasiliano, al Piazzolla di “Chiquilin de Bachin” , al negro-spirituale di recentissimo studio da parte dei cantori. Chiusura con la apprezzatissima pizzica salentina. Nel corso del concerto anche canti di studenti solisti. Oltre la citata Clara, ha cantato il giovanissimo tenore austriaco Maximilian Perosa, interprete di un delicato Schubert dalla Winterreise. Il clarinettista Chris Fox ha poi preceduto la giovanissima solista, Felicity Williams, che ha intonato un delizioso canto popolare britannico. Toccante la presenza nel programma del canto “We shall overcome” che, dia tempi delle dittature sudamericane è simbolo musicale di libertà.
Stefano Ragni