Il nuovo decreto legge, emanato dal Presidente del Consiglio di Ministri Giuseppe Conte a pochi giorni dalle feste natalizie, ha lasciato non pochi dubbi e perplessità nella maggior parte degli italiani.
Il mini lockdown, che inizierà il 24 dicembre e terminerà il 7 gennaio 2021, dovrebbe essere finalizzato a ridurre le possibilità di contagio durante il periodo natalizio e, per l’ennesima volta, cambia tutte le carte in regola. Tuttavia, il nuovo decreto ha disorientato gli italiani che, malgrado le contraddizioni, cercano ancora di capire quali sono effettivamente i divieti e i vincoli psicologici, affettivi, organizzativi, da rispettare.
In sintesi sono queste le regole da rispettare.
ZONA ROSSA
Nei giorni 24, 25, 26, 27, 31 dicembre e 1, 2, 3, 5 e 6 gennaio l’Italia verrà decretata zona rossa.
Andando più nel dettaglio:
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SPOSTAMENTI: è fatto divieto di spostamento se non per motivi di lavoro, salute, necessità (ad esempio, i genitori separati potranno ricongiungersi con i figli minorenni) o urgenza sia tra regioni, sia tra comuni diversi, sia all’interno dello stesso comune. Si potrà andare in un’altra Regione anche per visitare un anziano non autosufficiente. Sarà possibile, comunque tornare alla propria residenza, domicilio o abitazione, se per qualche motivo ci si trova in un’altra Regione anche durante i giorni di zona rossa. Ogni spostamento dovrà essere giustificato da un’apposita autocertificazione;
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AMICI E PARENTI: è permesso tuttavia andare, nella fascia oraria 5 – 22 a fare visita ad amici o parenti che si trovano all’interno della stessa regione (possono trovarsi anche fuori dal proprio comune di residenza). Si potranno visitare amici o parenti andando in massimo due persone in auto; i figli minori di 14 anni, le persone con disabilità e conviventi non autosufficienti sono esclusi dal conteggio. Si potrà visitare una sola abitazione al giorno.
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BAR, RISTORANTI E NEGOZI: chiusi tutti i negozi, bar e ristoranti, ad eccezione dei servizi essenziali (farmacie, tabacchi, alimentari, parrucchieri, edicole che rimarranno aperti). Il servizio di asporto è consentito fino alle ore 22, mentre la consegna a domicilio non ha limiti orari;
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SPESA: è sempre consentito lo spostamento per fare la spesa fuori dal Comune dove si abita, se il Comune vicino al proprio ha punti vendita necessari alle proprie esigenze (anche in termini di convenienza economica);
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COPRIFUOCO: rimane il coprifuoco dalle ore 22 alle ore 5, ad eccezione del 31 dicembre, quando verrà esteso dalle 22 alle 7 di mattina;
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SECONDE CASE: è vietato andare nella seconda casa, se questa si trova al di fuori della regione. È invece concesso andare nella seconda casa se questa si trova all’interno dello stesso comune, rispettando comunque il limite orario del coprifuoco;
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SPORT E ATTIVITA’ MOTORIA: l’attività motoria (anche una semplice passeggiata con il cane) è sempre consentita nei pressi della propria abitazione. L’attività sportiva è consentita all’aperto e si deve svolgere necessariamente in forma individuale;
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FESTE: le feste, sia all’interno dei locali pubblici che nei luoghi privati, sono vietate. Per quanto riguarda i festeggiamenti di Capodanno, i “botti” non sono vietati, ma saranno eventualmente i diversi Comuni ad emanare specifiche ordinanze in merito;
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SPOSTAMENTI PER TURISMO: Gli spostamenti per turismo verso un’altra Regione non sono consentiti, neanche all’interno della stessa regione.
ZONA ARANCIONE:
I giorni 27, 28, 29 e 30 dicembre, oltre al 4 gennaio 2021, varranno su tutto il territorio nazionale le regole previste per la zona arancione.
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SPOSTAMENTI: gli spostamenti saranno consentiti all’interno del proprio Comune di residenza, senza bisogno di autocertificazione. Gli spostamenti al di fuori del proprio comune devono essere giustificati da motivi di lavoro, salute, necessità ed urgenza;
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COPRIFUOCO: anche questi giorni rimane il coprifuoco dalle ore 22 alle ore 5;
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BAR, RISTORANTI E NEGOZI: bar e ristoranti rimarranno chiusi, ma sarà consentito il servizio di asporto fino alle ore 22, mentre la consegna a domicilio non ha limiti orari. I negozi saranno aperti fino alle ore 21, nel rispetto di tutte le norme anti-assembramento;
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AMICI E PARENTI: anche in questo caso, è permesso andare, nella fascia oraria 5 – 22 a fare visita ad amici o parenti presso un’abitazione che si trovano all’interno della stessa regione (possono trovarsi anche fuori dal proprio comune di residenza). Si potranno visitare amici o parenti andando in massimo due persone in auto; i figli minori di 14 anni, le persone con disabilità e conviventi non autosufficienti sono esclusi dal conteggio. Si potrà visitare una sola abitazione al giorno;
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Comuni con meno di 5000 abitanti: nei giorni in cui valgono le regole della zona arancione, i cittadini residenti nei comuni con meno di 5mila abitanti possono recarsi presso un altro comune, distante non più di 30 chilometri dal comune di residenza, senza tuttavia recarsi nel Comune che è anche capoluogo di Regione;
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SPOSTAMENTI PER TURISMO: gli spostamenti per turismo verso un’altra Regione non sono consentiti, neanche all’interno della stessa regione. Nei giorni di zona arancione, tuttavia, sono consentiti gli spostamenti per turismo all’interno dello stesso Comune e dai Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, entro 30 chilometri dai confini del Comune, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di Provincia.
Il 72% degli italiani intervistati, secondo un’indagine demoscopica effettuata da Noto Sondaggi e riportata da La Nazione del 20 dicembre, di fronte a queste norme, afferma di non aver compreso con precisione cosa si può e cosa non si può fare. Segno che la comunicazione istituzionale non è stata così efficace e chiara.
Non è la prima volta che gli italiani faticano a comprendere per filo e per segno un decreto legge o un DPCM, spesso emanati dall’oggi al domani, anticipati dalla stampa e poi contraddetti, molto raramente chiari e concisi.
I COMMERCIANTI UMBRI DISORIENTATI DALLE NUOVE NORME
I primi ad essere disorientati dalle nuove norme sono i commercianti, nuovamente e pesantemente colpiti dalle recenti restrizioni, stavolta ancora più macchinose rispetto “al solito”.
“Per questo weekend (quello del 19-20 dicembre, ndr) siamo stati graziati – ha osservato Teodoro Amelia del Consorzio Perugia Incentro, come riportato da La Nazione – non si era mai vista una città così piena di gente. Se dunque per i negozi è andata benino, la stessa cosa non si può dire per i locali”.
“I più penalizzati dal decreto – ha aggiunto Amelia – sono stati infatti bar e ristoranti, che già avevano visto una drastica riduzione degli incassi a causa delle chiusure serali e pomeridiani. […] Il commercio andava supportato subito con i ristori in base ai fatturati dell’anno precedente”.
“Il Governo ha praticamente scaricato sui pubblici esercizi e su pochissimi altri settori l’onere di appiattire la curva dei contagi – ha evidenziato Romano Cardinali, Presidente della Fipe Confcommercio dell’Umbria -. Una decisione politica, certamente legittima, ma che denota un accanimento pericoloso verso il nostro settore, nonostante sia stato ampiamente dimostrato che i pubblici esercizi sono luoghi sicuri, anche in ragione dei rigorosi protocolli sanitari che sono stati loro assegnati”.
“Con la chiusura delle attività – ha commentato il Presidente della Fipe Confcommercio dell’Umbria – ci stiamo facendo carico di un problema sociale collettivo, ma questo sacrificio mette a repentaglio la sopravvivenza stessa del settore. Ecco perché, chi ci ha messi in queste condizioni ha il dovere di provvedere a ristorare adeguatamente le nostre imprese, in base alla reale perdita di fatturato”.
E intanto alcuni negozianti, scoraggiati, si vedono costretti a chiudere la propria attività. Tra questi c’è anche Paolo Mariotti, proprietario di un negozio di abbigliamento nel centro storico di Perugia e presidente dell’associazione Perusia Futura.