Un significativo riconoscimento che premia venti anni di fedeltà: tanti sono quelli che legano il festival Omaggio all’Umbria all’Unicef, che nei concerti di Laura Musella ha trovato sempre una spalla amica e una fervida forma di testimonianza.

Nel salone d’onore di Palazzo Donini, alla presenza del presidente Donatella Tesei, si è svolta una brave e concisa cerimonia per il conferimento della prestigiosa attribuzione. Sul tavolo degli officianti la presidente Unicef Umbria Iva Catarinelli ha voluto ricordare come Laura Musella con la sua musica abbia amplificato i messaggi di sensibilizzazione, facendo conoscere a un numero sempre maggiore di persone le condizioni di vita di milioni di bambini di tutto il mondo.

«Diventare testimonial Unicef, ha affermato la presidente Catarinelli, vuol dire riconoscere a persone, enti e istituzioni la sensibilità verso gli scopo costitutivi della nostra istituzione. Diventare testimonial Unicef significa prestare la propria voce al servizio dei bambini più vulnerabili e indifesi. Significa aiutarli concretamente a ricevere aiuti utili alla propria sopravvivenza».

Nel momento in cui Laura Musella firmava il suo impegno con l’Unicef la presidente Catarielli veniva raggiunta dal presidente Unicef Perugia Fausto Santeusanio, da Giancarlo Giovannetti, presidente comitato di Terni e Cesare Cenci, segretario regionale Unicef.

Donna di grande umanità, Laura Musella non poteva che rispondere con commozione alla parole di encomio che le rivolgeva la presidente Tesei, partecipe di tante iniziativa che Omaggio all’Umbria ha negli anni destinato al museo di san Francesco di Montefalco.

Da parte sua Laura ha voluto ricordare come ogni sua attività viva di incondizionato apporto di istituzioni e di enti che di volta in volta si prestano ad alimentare le sue proposte, a cominciare dal competente ministero, la Rai, la Regione dell’Umbria, i comuni umbri e le Fondazioni bancarie, in particolare quella di Perugia e quella di Orvieto, quest’ultima partecipe di quello che è certamente l’appuntamento più prestigioso di Omaggio all’Umbria, il concerto di Pasqua nella Cattedrale della città del tufo. Una ripresa televisiva assicura una diffusione mondiale dell’evento ed è una straordinaria cassa di risonanza per il turismo umbro, Anche se questa ultima edizione si è svolta senza pubblico, il Mozart di Zubin Metha ha raggiunto tutti i continenti amplificando il messaggio di cristianità che l’Umbria dei grandi Santi è ancora in grado di attestare.

Tra gli scopi istituzionali di Omaggio all’Umbria l’attenzione riservata ai giovanisismi musicisti vanta un albo d’oro ricco di nomi che oggi sono di prestigiosi professionisti affermatisi nel corso degli anni. Laura, citando a memoria, per difetto, ricorda la pianista canadese Annie Zou la giovanissima statunitense Emy Stewart, la violoncellista berlinese Lia Vielhaber, la violinista ucraina Masha Diatchenko, il sassofonista elbano Jacopo Taddei, i flautisti Matteo Sampaolo e Sara Tenaglia, l’arpista Marta Marinelli, il violinista Stefano Mhanna, recentemente ascoltato in tempi di Covid dalla terrazza di Palazzo Baldeschi, i pianisti umbri Leonardo Cherri e Edoardo Riganti Fulginei, la violinista perugina Bianca Pianesi. E c’è anche una intersa orchestra, la giovanile Gioachino di Pesaro, undici-tradicenni che Laura è riuscita a portare anche al Quirinale.

Questa gioiosa pattuglia di giovani oggi cammina con le sue gambe e diffonde ovunque il verbo della verde Umbria. Guardando con ammirazione ai sommi musicisti che hanno prestato il loro nome al festival, da Lorin Maazel, a Seiji Ozawa, a Metha, a Riccardo Muti a Cristof Penderecki. Tra pochi giorni, dopo il successo dei due concerti nella piazza di san Benedetto a Norcia, prima Muti poi il giovane Mhanna, Laura riporterà nella città martire del terremoto Uto Ughi per rinnovare quell’anelito di speranza che la musica sola può conferire a una ricostruzione lenta, tormentata e lacunosa. E ancora una volta i volontari dell’Unicef, silenziosi e umili testimoni del grande progetto umanitario, saranno lì con le loro tute azzurre e le buste bianche a sollecitare umanità e generosità.

   Stefano Ragni

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