È comparso in tribunale, davanti al Gip, Gianpiero Bocci, imputato nel doppio processo di Concorsopoli (noto anche come Sanitopoli 2), per una udienza tecnica sulla trascrizione delle intercettazioni.
Come riporta oggi Il corriere dell’Umbria, al centro ci sono i software che mancavano per l’estrazione dei file audio. Ore e ore di intercettazioni attraverso trojan e microspie ambientali,incui sono finiti i vertici dell’ospedale di Perugia e altri esponenti politici, tra cui l’ex governatrice Catiuscia Marini e l’ex assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini. In udienza, durata un quarto d’ora, Bocci è stato presente per assistere alla consegna,da parte della polizia giudiziaria, dei programmi al perito del tribunale.
Si tratta di un passaggio atteso nel giudizio immediato per rivelazione di segreti d’ufficio. Il giudice ha concesso al consulente nominato dalla Procura di Perugia altri 60 giorni di tempo per verbalizzare tutte le conversazioni. Le trascrizioni saranno depositate entro la fine dell’anno. La prossima udienza, in cui verrà sentito il perito, è fissata il 12 gennaio. Bocci, fino al momento dell’arresto era segretario regionale del Pd. Precedentemente era stato sottosegretario agli Interni sotto diversi governi. Non viene mai intercettato direttamente; ma viene evocato con uno dei vertici della piramide che faceva truccare i concorsi nell’ospedale e alla Usl – secondo la teoria della Procura – per piazzare i candidati favoriti. E i vertici sanitari che si adoperavano per essere poi rinominati. Nel caso di Bocci – difeso da David Brunelli e Alessandro Diddi – due dei nomi principali di candidati da favorire sono stati poi bocciati al concorso. Ma per pm e giudici (dal gip al riesame) gli indizi raccolti sono sufficienti per il processo. Gli viene contestata anche l’associazione per delinquere, in concorso con Marini. L’arresto di Bocci, nell’aprile del 2019, è stato motivato al pericolo di favoreggiamento. Era lui secondo gli inquirenti che forniva le informazioni sulle indagini agli altri indagati. Poi quel capo di imputazione è stato stralciato: non è stata infatti identificata la fonte delle soffiate.
Eppure tutta la rete degli informatori è stata ricostruita: manca il nesso con la magistratura e in particolare con la procura che coordinava l’inchiesta. Gli imputati in tutto sono 39. La prima udienza del processo principale si è tenuta nell’auditorium del centro congressi Capitini.