di Adriano Marinensi
Siamo Campioni europei del calcio (a luglio) e del caldo (ad agosto). L’onda di calore ha posto l’asticella a 48 gradi e noi l’abbiamo bellamente scavalcata: 48,8, battendo il primato che apparteneva ad Atene dal 1977. Il record ottenuto a Florida, in Sicilia, nei pressi di Siracusa. Non solo nell’isola, anche in giro per l’Italia, il clima bollente ha imperversato: l’11 agosto, 80 stazioni di rilevamento hanno superato, i 40 gradi. Per capire l’anomalia, pensate che sulle pendici dell’Etna, il termometro ha sfiorato i 32, a 1875 metri s.l.m.
A queste temperature suona l’allarme rosso (fuoco) e gli incendi, seppure in gran parte dolosi (in galera i piromani e buttiamo via la chiave), diventano irrefrenabili. E i giorni pesanti da vivere. Ha detto la signora Maria, siciliana da sempre: “Mai u munnu aviva stati accusì. A matina all’otto, c’è a luci e menzoiorno e non se po’ cchiù vidiri”. La sofferenza diventa pesante quando il sole è allo zenit e dardeggia. Bisogna stare in campana perché quel demonio di Lucifero, “tomo, tomo, cacchio, cacchio” (Totò), ti porta all’inferno, appresso a lui e manco te ne accorgi.
Primati a parte, ormai è evidente che l’innalzamento delle temperature non è un’idea degli ambientalisti. La siccità sta provocando pericolosi fenomeni di desertificazione. La colpa è conseguente al ripetersi di attività umane contrarie alla vita sul Pianeta. E’ stato detto e ripetuto che occorre modificare al più presto i comportamenti che impattano sull’ambiente, altrimenti le difficoltà diverranno insuperabili. Per i nati all’inizio di questo secolo, quando si saranno fatti vecchi, giornate come quella dell’11 agosto 2021, diventeranno numerose. Per loro, l’estate, da bella stagione, si trasformerà in tormento.
Il fascino dell’occulto dovrebbe essere irreprimibile, se alla fine del XX secolo, quando la scienza aveva già avviata la rivoluzione tecnologica, ancora una moltitudine di persone credeva nelle divinazioni di maghi e negromanti. L’incarnazione di quel fascino esoterico ha un nome: Gigliola Ebe Giorgini, titolare di una lunga “carriera”, che ha fatto da trama persino ad un film presentato alla Mostra di Venezia. Nome d’arte, Mamma Ebe, fondatrice della Pia Unione di Gesù Misericordioso. Prevaleva in lei e nelle menti dei creduloni la qualifica di guaritrice (a scopo di lucro). Nel suo curriculum figurano arresti e condanne per abuso della professione sanitaria e altri reati connessi, come la truffa aggravata e l’associazione per delinquere. Fossimo stati nel Medio Evo, sarebbe finita sul rogo.
I ternani con i capelli tutti bianchi come i miei, ricorderanno Poldino che “faceva le carte”, la “magnirizzata” di Collescipoli (oggi, influencer), Giovannino di Giuncano, tutti “santoni di mezza tacca”, capaci di buscarsi la pagnotta soprattutto a base di salumi, caciotte e qualche pollastro. Ma eravamo, come si dice in vernacolo, al tempo di checco e nena, quando l’emancipazione culturale non era il primo pensiero delle classi operaie e contadine. Di questi tempi, i merlini di gorgonon avrebbero battuto un chiodo. La santona di Carpineta invece di chiodi ne ha battuti eccome. Quando è morta, il 6 agosto scorso, a 88 anni – ormai Nonna Ebe – il Gesù della sua “Pia Unione”, di misericordia ne avrà dovuta usare tanta per trarla dall’inferno dov’era destinata.
Un’altra ce n’è di interessante notizia agostana: Il Presidente Draghi ha firmato la direttiva che dispone la declassificazione dei documenti d’archivio segreto, riguardanti l’Organizzazione Gladio e la Loggia segreta P 2. Della Propaganda due di Licio Gelli, dei personaggi di rilievo coinvolti, dei suoi scopi antidemocratici, si è parlato in diverse occasioni; di Gladio, poco o nulla. Si è trattato di una struttura paramilitare, promossa dalla C.I.A. americana, operante all’interno dei nostri Servizi Segreti, dal 1956 in avanti. Lo scopo dichiarato era “contrastare la possibile invasione dell’Europa da parte dei Paesi comunisti, in particolare della Jugoslavia del Maresciallo Tito”.
Andreotti usò il diminutivo di “struttura d’informazione, di risposta e salvaguardia”, però, in effetti, è esistita, per molti anni, una iniziativa di difesa efficiente e bene organizzata, con oltre 600 gladiatori. Secondo un alto dirigente del controspionaggio, “addestrati alla guerriglia, al sabotaggio, all’uso di esplosivi”. Nel periodo della guerra fredda e dell’eversione in Italia, qualche cattivo pensiero l’ha suscitato. La firma di Draghi al passaggio delle carte della P2 e di Gladio all’Archivio di stato è stata posta, simbolicamente ritengo, il 2 agosto, nella ricorrenza della strage alla Stazione di Bologna. Il provvedimento servirà a provocare qualche trasparenza in più.
Quest’estate ci è mancato molto il simpatico clamore sul soggiorno di Matteo il Vecchio, al Papeete di Milano Marittima. Anche i selfie con le cubiste che ballavano al ritmo di Fratelli d’Italia. E le sequenze del figliolo suo che scorazzava per il mare a bordo di moto d’acqua della Polizia. Peccato! Mi erano parse quelle scene spassose, le immagini incorniciate di un modo di fare politica alla carlona, comunque aspetti molto apprezzati da noi mediocri. E confacenti allo stile augusto degli uomini di Stato. Comunque, dal mondo della Lega un messaggio è venuto. Grazie ad un Assessore – pistolero (da saloon), il quale, spintonato da un selvaggio immigrato, gli ha piantato una palla in corpo e lo ha fatto secco. Fulgido esempio di futura giustizia fai da te. Per legittima difesa, si capisce!
Ultimo cenno ad altro evento da colpo di sole, tratto dalla cronaca giornaliera. C’è stato a Valentano, in provincia di Viterbo, un rave party abusivo, con 10 mila giovani provenienti da chissà dove, accatastati, aggrovigliati, in un luogo molto affascinante della Tuscia. Meno affascinante lo spettacolo offerto dalla fauna promiscua, uomini con donne, donne con donne, uomini con uomini, grandi ammucchiate. Capelli colorati, tatuaggi totali, identità fasulle. Esternazioni di natura animalesca, musica plurima ad altissimo volume, udibile a distanze chilometriche. Un marasma igienico – sanitario in tempo di Covid. Droga a torrenti, birra a fiumi e rutto libero, alla Fantozzi. Punkabbestia e cani morti. Una invasione barbarica. Dice il proverbio: La madre dei cretini è sempre incinta. Nel caso di Valentano però ha esagerato, ne ha partoriti 10 mila!