Il Comune di Perugia ha deciso di vendere le quote in suo possesso del Minimetrò che sono pari al 70%.
L’assessore al bilancio Cristina Bertinelli spiega: “La perizia per la valutazione è in corso, quando conosceremo il valore procederemo alla vendita della nostra quota che avverrà attraverso un bando pubblico. Entro l’anno contiamo di cedere le azioni”.
E a quanto sembra già ci sarebbero delle società interessate.
Come riporta il Corriere dell’Umbria Busitalia si sarebbbe fatta avanti per l’acquisto del minimetrò.
Un interessamento già espresso che si è concretizzato con una lettera fatta pervenire direttamente alla Giunta perugina.
Per Busitalia, che gestisce il sistema dei trasporti in Umbria, l’acquisto del Minimetrò avrebbe un senso soprattutto perché terrebbe fuori dalla regione eventuali concorrenti stranieri. Ma, come ribadisce l’assessore comunale al bilancio, Cristina Bertinelli: “E’ ancora prematuro parlare di potenziali acquirenti, perché l’amministrazione perugina ha dato incarico a un tecnico di attribuire un valore alle quote e solo dopo questo passaggio verrà pubblicato un bando europeo”.
Dal 29 gennaio 2008 al 31 dicembre 2019 si parla di circa 115 milioni di corrispettivi versati dal Comune nelle casse della società per azioni. Poi ci sono i ratei dei mutui accesi per la realizzazione dell’infrastruttura.
La metropolitana leggera è costata 103 milioni di euro, 32 in più di quanto preventivato, il Comune di Perugia ogni anno paga circa 10 milioni di euro per la manutenzione.
STORIA DEL MINIMETRO’
Costruito tra il 2002 e il 2008, sotto la direzione artistica dell’architetto di fama mondiale Jean Nouvel, mentre la città era guidata dal sindaco Ds Renato Locchi, il Minimetrò è l’unico esempio in Italia di metropolitana leggera che viaggia su binari situati quasi integralmente al di sopra del livello stradale. Si tratta di un sistema di trasporto automatico a trazione a fune, detto anche people mover, che copre un tragitto di 3 km, con sette fermate: porta da Pian di Massiano, nella periferia della città, al centro storico, passando per la stazione ferroviaria.
Nel suo complesso il mezzo è costato 103 milioni di euro, circa 32 in più di quanto stimato all’approvazione del progetto. Una cifra coperta al 60% da contributi pubblici a fondo perduto e per la restante parte dal finanziamento di Metrò Perugia Scarl, il socio privato, e da mutui bancari alla Minimetrò Spa, la società partecipata che lo gestisce, garantiti dal Comune, che si estingueranno il 31 dicembre 2036.
Da sei anni il Minimetrò grava sulle spese correnti dell’amministrazione della città: nel 2014 sono stati pagati 7 milioni 950mila euro per il servizio, come previsto dal contratto con la società di gestione, a cui andrà a sommarsi una cifra come forfait per i minori incassi da bigliettazione, ancora in fase di definizione, che per il 2013 è stata pari a 1 milione 802mila euro. Tutto ciò per coprire, tra gli altri, gli alti costi di gestione e manutenzione che i ricavi da traffico non bastano a pagare: 3milioni e 820mila euro nel 2014, una cifra che si prevede aumenterà gradualmente fino ad arrivare, fra cinque anni, a circa 4 milioni e 116mila euro. Stessa storia per le parti di ricambio, il cui costo passerà da 445mila a 537mila euro.
Il Minimetrò avrebbe dovuto essere utilizzato da una media di 15mila persone al giorno. Ma la media delle validazioni giornaliere è di circa 7mila, una cifra coprensiva anche dei picchi di 40mila utenti al giorno rilevati durante eventi quali Eurochocolate e Umbria Jazz.
L’ultimo rapporto di Euromobility assegna a Perugia il terzo posto nella classifica delle città italiane sopra i 100mila abitanti con più automobili pro capite, con un tasso di motorizzazione di 69,5 auto ogni 100 abitanti, contro la media europea che è di 48 vetture e quella italiana di 58,4 in diminuzione.
Intanto la Minimetrò spa si prepara ad approvare il bilancio 2019 e alla nomina dell’amministratore unico. Il mandato di Sandro Paiano, in carica dal 2017, è in scadenza a marzo.